Andamento lento

Michael Ackerman

Le fotografie in mostra sono state scattate durante diversi soggiorni a Napoli dal 2000 al 2016.

 

“La prima volta che ricordo di aver sentito parlare di Napoli è stata a Varanasi. Penso che era il 1997. Stavo fotografando vicino al fiume e un italiano che capiva quanto amavo il caos che c’era intorno mi disse che avrei dovuto vedere Napoli. Decisi che questo era il posto giusto per trascorrere la fine del Millennio. A Capodanno del 2000, mi ritrovai a mezzanotte, per strada, nascosto dietro un cassonetto della spazzatura, a ridere, mentre i fuochi d’artificio arrivavano da ogni direzione. Vent’anni dopo mi pento ancora di essere sfuggito a quel caos per ripararmi in una noiosa festa borghese.
Nell’estate del 2001 venni di nuovo a Napoli con la mia ragazza, Ala, per trascorrere una bella vacanza, andare al mare, nei bar, fare shopping. Tutto troppo perfetto. Spesso quando provo questo appagamento mi sento frustrato e mi spingo a romperlo. Una sera, abbastanza tardi, le dissi di aspettarmi a casa (proprio nello stesso posto in via Toledo dove vi è ora questa mostra). Uscii a cercare qualcosa. Andai in un piccolo vicoletto dove avevo visto una quantità enorme di aghi e siringhe per terra. C’era un uomo in piedi contro il muro. Da lontano alzai la macchina fotografica, ma lentamente, solo fino allo stomaco, cercando di essere invisibile. Mi disse in inglese: ‘Vieni qui. Non mordo’. Mentre infilava l’ago scattai molte foto molto velocemente, molto nervoso e toccato dalla sua apertura (lo vidi di nuovo lì, facendo lo stesso, nelle notti seguenti). Tornai a casa e trovai Ala sdraiata sul letto, che leggeva un libro e teneva in mano una Polaroid con un mio ritratto”. (M.A.)